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IL DISCO DI HERA E L'ORACOLO DI CUMALa storia dell'antica città di Cuma, incastonata sulle coste campane, è da sempre intrisa di mistero e sacralità, in particolare per la sua presunta sede oracolare. Tradizionalmente, si associa a Cuma un santuario e un'attività divinatoria legati al dio Apollo, unitamente a un culto dei morti fiorente presso le sponde del lugubre Lago d'Averno, porta d'accesso agli inferi nella mitologia classica. Tuttavia, un enigmatico reperto archeologico, noto come il "dischetto Carafa" o "disco di Hera", ha gettato nuova luce, e non poca incertezza, sulle primissime fasi della religiosità cumana e sul ruolo delle sue divinità. Questo piccolo disco bronzeo, databile tra la metà del VII e la fine del VI secolo a.C., rappresenta la più antica epigrafe oracolare ad oggi conosciuta. La sua iscrizione a spirale e retrograda, purtroppo oggi perduta ma documentata, ha suscitato un acceso dibattito tra gli studiosi, concentrandosi in particolare sull'interpretazione della sua terza lettera. Mentre alcune letture proponevano significati legati alla gioia della vita o a pratiche funerarie, fu l'interpretazione di Amedeo Maiuri, poi autorevolmente sostenuta da Margherita Guarducci, a introdurre una prospettiva rivoluzionaria: la lettura di un rho ( Se questa interpretazione fosse corretta, il disco di Hera testimonierebbe una fase in cui la potente regina degli dei greci rivestiva un ruolo primario, se non esclusivo, nell'ambito oracolare cumano. La Guarducci, in particolare, suggerì che il dischetto fosse una sors, un oggetto utilizzato per il sorteggio con cui la dea comunicava la sua volontà, in questo caso, negando ulteriori consultazioni al fedele. Questa ipotesi implica che, in un periodo antecedente a quello universalmente riconosciuto per l'affermazione del culto apollineo, Hera avrebbe esercitato la sua autorità oracolare a Cuma. Questa teoria, sebbene affascinante, non è stata esente da critiche. Altri studiosi, come Ribezzo, hanno proposto letture alternative dell'epigrafe, negando la sua natura oracolare. Pugliese Carratelli, pur riconoscendo il significato di "vaticinare" del verbo finale, ha suggerito che il testo indichi un limite imposto dalla divinità oracolare, senza necessariamente identificare quest'ultima con Hera. La questione del disco di Hera si intreccia inevitabilmente con la successiva affermazione del culto di Apollo a Cuma. Se Hera avesse effettivamente avuto un ruolo oracolare primario, ciò suggerirebbe una possibile "usurpazione" del santuario da parte di Apollo, un fenomeno riscontrabile anche in altri contesti del mondo greco, come a Delfi con la soppiantazione di Gea e Pitone. Parallelamente, il Lago d'Averno rappresentava un polo di sacralità distinto, legato al culto dei morti e alle credenze sull'aldilà. La sua atmosfera cupa e le esalazioni sulfuree lo rendevano, nella mitologia, l'ingresso agli inferi. Sebbene non direttamente connesso all'oracolo "ufficiale" della città, il nekyomanteion (oracolo dei morti) situato presso le sue rive offriva un'altra forma di consultazione divina, legata al mondo degli spiriti. È possibile che in una fase arcaica, anteriore alla piena affermazione del culto apollineo e forse anche all'istituzione di un oracolo centralizzato nella polis, Hera avesse un ruolo oracolare significativo, forse legato a pratiche divinatorie più arcaiche e basate sul sorteggio. Il successivo avvento di Apollo e della Sibilla cumana, figura profetica per eccellenza legata al dio, avrebbe poi relegato in secondo piano il culto di Hera in questo specifico ambito. Inoltre, la possibile connessione del disco con il nekyomanteion dell'Averno apre un'ulteriore prospettiva. Se il dischetto fosse appartenuto a questo contesto, il suo messaggio di interruzione del rito consultivo si riferirebbe non all'oracolo di Apollo (forse ancora inesistente o non dominante), ma alle pratiche divinatorie legate al mondo dei morti. In conclusione, il disco di Hera rimane un enigma affascinante, un piccolo oggetto che racchiude un grande dibattito sulla storia religiosa di Cuma. La sua potenziale associazione con Hera suggerisce una fase primordiale in cui la dea potrebbe aver avuto un ruolo oracolare significativo, precedente all'affermazione del culto di Apollo. La sua possibile connessione con il Lago d'Averno e il suo oracolo dei morti complica ulteriormente il quadro, aprendo interrogativi sulla coesistenza e l'evoluzione delle diverse pratiche divinatorie e dei culti divini in questa importante città della Magna Grecia. La relazione tra Hera, Apollo e il Lago d'Averno a Cuma, lungi dall'essere definita, continua ad affascinare e stimolare la ricerca degli studiosi.
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